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martedì 30 marzo 2010

di H&B, di Torino non ancora leghista, e del fascino indiscusso del camice bianco

Capolavoro senza tempo per un paio di generazioni di giovani italiani, argomento sempreverde per due risate nelle chiacchiere da bar, e limpido esempio della a) totale e completa follia che giace latente all’interno di ogni cervello giapponese e b) totale e completa incomprensione di gusto tra i ragazzi (che lo amano) e le ragazze (che lo odiano tanto da preferirgli l’emo-core Mila e Shiro, Due cuori nella pallavolo), l’immaginario di Holly e Benji ha condizionato la mente di ogni ragazzo italiano nato tra il ‘78 e l’88. E ci ha insegnato tutta una serie di lezioni subliminali che, per quanto assurde, hanno un che di vero.



Se ti alleni sodo migliori

Forse il valore più solido insegnatomi da H&B è quel senso di nobiltà d’animo e di etica iper-protestante al lavoro che sta alla base di parecchi cartoni animati del Sol Levante. Come ha fatto Oliver Hutton a diventare un campione? Semplice: portandosi un pallone OVUNQUE e palleggiando COSTANTEMENTE dalla mattina alla sera. Ricordo ancora quando, da seienne, pensai per la prima volta che se solo fossi andato a dormire con un pallone da calcio e avessi palleggiato fino a scuola tutti i giorni sarei riuscito a diventare un fenomeno che quando tira la palla si piega indietro su una gamba a novanta gradi, tirandone una su verticalmente dietro di sè come un Ricky Martin qualsiasi, e quando la impatta lo fa con tale forza che la palla si piega attorno al collo del suo piede e diventa ovale. E poi, se pure quella ciofecha mostruosa di Bruce Harper è riuscito a diventare forte verso il terzo campionato, potevo diventarlo anch’io. Quindi ho iniziato ad allenarmi regolarmente e dopo un po’ mi hanno preso come terzino in una squadra di pulcini. Poco dopo però capì che non sarei diventato un campione, ma siccome il calcio mi piaceva lo stesso, diventai arbitro. Deve essere stata colpa di H&B senza dubbio.

È sempre meglio fare le cose in due (Le ragazze si ricordano solo le cose acrobatiche)

Ah, i Gemelli Derrick. I due attaccanti della Hotdog (qui fra l’altro urge aprire una parentesi riguardo i nomi delle squadre di H&B scelti dai doppiatori italiani, i quali si meriterebbero un approfondimento tutto loro. Newppy? Muppet? Hotdog? Mambo? Norkfolk? sono responsabili di forse l’unica cosa di Holly & Benji, Due fuoriclasse che anche le ragazze si ricordano: la catapulta infernale. Francamente, non c’è niente da dire. La catapulta infernale era una figata pazzesca. Una volta ho provato a farla con un mio fratello. Risultato tre punti di sutura sotto il mento. Fine del pezzo.

Non importa quanto sei forte, importa quanto poco ti infortuni


Quello qui a fianco è Julian Ross, senza dubbio il mio personaggio preferito di H&B. Julian Ross, capitano della Mambo FC, è “tecnicamente il più forte talento del Giappone, è un grande leader e segna goal importanti”, ma “è affetto da una brutta malattia al cuore che gli impedisce di giocare molte partite”. E chi si scorda quei svariati momenti quando Julian stava per vincere la partita ma poi l’immagine si fermava bruscamente, e tutt’a un tratto tutto diventava bianco e nero, a parte una righetta rossa che andava dritta sul cuore del saggio e compassionevole Julian, e la musica diventava un violino straziante sopra il rumore di un battito cardiaco irregolare, dopodiché l’immagine tornava e colori e riprendeva, ma Julian si accasciava a terra e non poteva continuare la partita? E quante volte la Muppet ha segnato contro la Mambo solo perché Julian era in panchina, a cercare di dare confidenza e sicurezza ai suoi compagni di squadra, smarriti come degli agnelli nelle grinfie del perfido Mark Landers? Onestamente, penso di aver iniziato a mangiarmi le unghie per colpa di Julian Ross. È colpa sua se ho colto tutto il discorso esistenzialista sulla morte e sulla caducità della vita umana a nove anni. In pratica, Julian Ross mi ha insegnato che a volte succedono delle cose terribili alle persone buone, per nessuna ragione. Così. Perché Dio è morto.
Se vi sembra che stia esagerando, considerate che stiamo parlando di un bambino che più o meno in quegli stessi anni si operava a cuore aperto in una clinica della Torino (non ancora leghista), lontano 2000 kilometri da casa. Capite bene che l'identificazione veniva naturale.



Julian poi aveva una fidanzatina


e poi Julian aveva la ragazza.

Probabilmente non sarà uguale per tutti, e certamente le dinamiche tra maschi e femmine saranno differenti, ma arriva un momento in cui ti accorgi dell'altro sesso.

Se ne può leggere in molti saggi e romanzi, il difficile è individuarlo.


-quando arrivano le ragazze...

nel mio caso successe una notte di 24 anni fa. Ero a Torino, ero stato appena operato a cuore aperto, ero intubato, morto di sete e probabilmente anche un pochetto spaventato.

Sala rianimazione, senza genitori, senza fratellini, senza giocattoli e senza holly e benji appunto... non era l'inferno ma poco ci mancava.

In realtà insieme al compagno di stanza, nel periodo del ricovero, riuscimmo ad ottenere di poter almeno vedere H&B, e il tutto sembrava meno duro, ma la sala rianimazione temo non fosse dotata di tv via cavo.


Ero monitorato da tutta un'equipe medica di primissimo ordine, tra le migliori d'europa nella metà degli anni ottanta.

C'era poi un'infermiera, ragazzona americana che nel mio immaginario ancora oggi si chiama Ellen.

Ellen era alta, carnegione chiara e capelli neri. Aveva un taglio corto, modernissimo per gli anni ottanta italici (sarà per questo che mi piacciono sempre un sacco le ragazze coi capelli corti).

Ed ovviamente aveva gli occhi BLU. Blu vertigo avrei imparato qualche anno dopo, così profondo che manco il mare a gennaio ti fa più paura.

Era la mia preferita, e non solo perchè impietosita mi aveva più volte baganto le labbra con dell'acqua, ma indubbiamente perchè era la più sorridente (avevo già capito come funzionava il giochino a 7 anni). Sarà stato grazie alle sue cure, o al fatto che volevo velocemente tornare a vedere come finiva l'ennesima sfida fra holly e mark lenders, che nel giro di poche ore ero di nuovo in piedi , senza tubi, potevo bere e conquistare definitivamente il cuore di ellen.

Il fatto che avesse circa venti anni più di me, al momento non mi sembrava un problema, e iniziai a parlarle da uomo. Il fatto che a distanza di tempo, quel modo di parlare mi sembri ancora il migliore, dovrebbe farmi nascere dei dubbi sulla mia condizione di single attuale, ritengo però essere solo una paranoia. Non credete?!


Fatto sta che io uscì da quella sala rianimazione, da conquistatore.

Avevo visto uscire altra gente, da quella stanza verde chirurgia, e quasi tutti, un po' ammaciati se non addirittura in barella.

Per me era diverso, ero in braccio ad ellen che da quella posizione mi sembrava ancora più alta di come in realtà fosse, perfetta visuale per subirne (ancora ignaro forse a quell'età) il fascino indiscusso del camice bianco su delle curve ben proporzionate (del resto ancora oggi, ma pare sia il massimo della sensualità mista ad immaginario collettivo da sexycommedia anni '70).

un altro grande insegnamento della serie H&B era infatti che per quanto fosse prevedibile che stava per concludersi bene per Holly e i suoi, la puntata non era per questo meno interessante. abbiamo imparato che per le cose belle, non serve la suspence.

Ero felice, forse avevo vinto. Era per quello che braccia al cielo, ridevo, e non dovevo aspettare ventisette puntate di bim bum bam(come accadeva per le partita di Holly) , per saperlo.

alè